La mia laurea in Psicologia e la mia passione per la moda non potevano far altro che farmi avvicinare alla Psicologia della moda, ovvero la disciplina che studia il potere comunicativo degli abiti, sia verso gli altri, sia verso noi stessi. Nelle mie ricerche per approfondire questo tema, ho trovato il sito di Chiara Salomone. I suoi contenuti mi hanno colpita perché sono interessanti, professionali, di qualità, con approfondimenti attenti e curati e curiosità sulla Psicologia della Moda.
Così ho fatto un po’ di ricerche su di lei e ho scoperto che Chiara è una Psicologa della moda – Neurofashion Coach e nel 2020 ha fondato Moda e Psiche: un servizio di consulenza rivolto ai privati e alle attività commerciali. Attraverso il suo lavoro aiuta ad utilizzare gli abiti come strumenti di benessere, sfruttandone il potere trasformativo per creare un cambiamento positivo nella vita delle persone.
Appena ho scoperto le sue attività ho subito pensato di proporle una collaborazione. È nato così un primo post pubblicato sul mio profilo Instagram (@michelaformicone) in occasione della mia rubrica settimanale “PsicoFashion” dedicato ai due estremi del corpo nella moda: dall’anoressia all’obesità. Puoi trovare il post intero QUI.
Oggi in questo articolo vi riporto l’intervista che ho fatto a Chiara per conoscere meglio il suo lavoro ed accompagnarvi nel mondo della Psicologia della Moda.
1) Cominciamo dalle presentazioni: raccontaci un po’ di te e di come sei arrivata a svolgere questo lavoro.
Ciao, per chi non mi conosce mi Chiara ho 32 anni, una laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche e una specializzazione in Scienze Cognitive e un infinità di corsi di formazione perché studiare è la mia più grande passione dopo la moda. Nella vita faccio la Psicologa della Moda e la Neurofashion Coach, sono arriva a fare questo lavoro per passione e cercando di soddisfare il mio desiderio di lavorare con le persone attraverso la loro immagine.
Prima di riuscire a realizzare questo sogno e far di questo la mia professione, ho lavorato in ospedale e poi nel marketing di grandi aziende. Attraverso queste esperienze ho incontrato tantissime persone e visto diverse realtà ma ho sempre avuto la volontà di applicare lo studio scientifico del comportamento umano all’industria della moda indagando come le persone sviluppano il proprio stile personale e il perché profondo delle scelte di moda.
Amo la moda come modo di esprimere la propria identità, sono stata naturalmente attratta dalla relazione tra ciò che indossiamo e ciò che siamo. Come psicologa, ho intuito il valore che la psicologia può apportare all’industria della moda, aiutandola a comprendere i meccanismi che sottostanno al nostro senso di bellezza e al nostro benessere. La psicologia è lo studio scientifico del comportamento, è applicabile e prezioso in ogni contesto in cui le persone sono coinvolte e la moda coinvolge tutti: tutti ci vestiamo tutti i giorni. Attraverso il Neurofashion aiuto le persone e le aziende ad usare gli abiti come strumenti di benessere portando la moda nella psicologia e viceversa.
2) Perché proprio la Psicologia della Moda? Che significato ha per te?
Lavorare con la Psicologia della Moda per me significa applicare il rigore scientifico della psicologia alla comprensione di un’area onnipresente del comportamento umano: l’abbigliamento. Mi piace indagare il perché indossiamo ciò che indossiamo e quale effetto ha su di noi e sugli altri intorno a noi.
In particolare ho ideato il Neurofashion perché considerata la mia formazione ho deciso di approfondire le scienze cognitive intendendo la moda come linguaggio istantaneo e analizzando l’impatto che stimoli di moda hanno sul nostro cervello. Essere una Psicologa della Moda per me significa portare benessere attraverso strumenti che tutti usiamo quotidianamente, significa bellezza, significa avere cura, significa giustificare le aspirazioni estetiche promuovendo la consapevolezza della connessione tra psicologia (interno) e gusto (esterno) e significa anche sfidare la mentalità convenzionale attorno al materialismo e alle percezioni superficiali della moda.
3) Il tuo è un lavoro nuovo e poco diffuso. Quando ti chiedono che lavoro fai, è difficile per
te spiegarlo?
Spiegarlo e anche solo dirlo è stato difficile per molto tempo ma adesso non lo è più. Inizialmente molto spesso rinunciavo proprio a definirmi Psicologa della Moda per timore di vedere le facce perplesse delle persone.
Ora, a distanza di qualche tempo, questo lavoro è diventato la mia vita, è la mia realtà e la racconto con orgoglio però rimane il fatto che non mi basta dire: “faccio la Psicologa della Moda” ma devo sempre spiegare cosa significa perché la comprensione non è immediata.
4) Il tuo claim è “Pulisco gli specchi”. Cosa significa?
Pulisco gli specchi è esattamente ciò che faccio. Non insegno regole di stile, non conosco l’armocromia, non sono una personal shopper né una stylist: con il mio lavoro supporto le persone e le aziende a vedere gli abiti non solo come oggetti ma come parte integrante della costruzione della loro identità, della loro immagine.
I nostri abiti, il modo in cui li indossiamo e li compriamo raccontano molto di noi, saperci guardare in uno specchio “pulito” permette di riflettere e vedere cose che magari ci sono sfuggite o sono rimaste nascoste dalla quotidianità. Credo che ogni persona sappia di sé più di quanto chiunque possa sapere su di lei e per questo credo abbia già tutto quello che gli serve: deve solo guardarlo meglio per prendere consapevolezza ed utilizzarlo a suo vantaggio.
5) Quanto è importante per il tuo lavoro la creazione di contenuti? Quanto tempo dedichi a questa attività? E soprattutto, fai tutto da sola o hai dei collaboratori?
Per me creare contenuti è fondamentale, mi piace e ho la necessità di condividere ciò che mi appassiona . La divulgazione di questa disciplina, soprattutto in questo momento in cui non è ancora molto conosciuta, mi occupa moltissimo tempo ma credo sia fondamentale per farla conoscere ed apprezzare sempre di più.
Faccio proprio tutto da sola, forse più avanti delegherò ma per ora credo sia fondamentale che lo faccia io perché racconto ciò che studio, che sperimento, che ricerco, che osservo ogni giorno.
6) Ci sveli qualche nuovo progetto in cantiere?
Un libro. Arriverà prestissimo e sono molto felice.
7) Tu sei anche founder di un brand di abbigliamento dal concept molto innovativo e particolare, NeuroFashion. Ce ne parli?
Neurofashion è un brand che nasce dall’esigenza di rendere concreto ed indossabile ciò che vivo, studio e racconto ogni giorno. È un brand che nasce con una collezione capsule molto particolare fatta di 10 pezzi trasformabili no size, no gender, no season.
Il desiderio è di vestire ogni corpo nelle sue trasformazioni eliminando i confini, uscendo dall’ambiguità e pensando in modo illimitato.
8) Veniamo agli abiti: quali materiali utilizzi e dove vengono prodotti?
Utilizzo solo materiali di origine vegetale (cotone, seta e modal) e tutto viene prodotto e confezionato qui, vicino a casa mia, in Lombardia.
La sostenibilità è un tema che mi sta molto a cuore in termini ambientali ma anche di produzione sostenibile e acquisto consapevole: ecco perché gli abiti Neurofashion sono pensati per essere indossati ogni volta che lo si desidera a prescindere dalla taglia che si ha in quel momento, dalla stagione e dall’occasione d’uso.
9) NeuroFashion ha uno shop online. Hai anche degli store fisici o pensi di crearli (magari dei pop-up store)?
Neurofashion è un progetto molto ambizioso.
Per ora c’è uno shop online ma stiamo pensando a dei pop-up store con un concept molto innovativo in linea con il manifesto Neurofashion.
10) Ultima domanda. Cosa consiglieresti a chi desidera avvicinarsi al mondo della psicologia della moda?
Non arrenderti, leggi tutto, studia tanto e osserva ancora di più.
Le prospettive per la Psicologia della Moda sono positive perché il mondo della moda sta interiorizzando sempre di più il fatto che i vestiti non devono solo avere un bell’aspetto, ma devono anche farci stare bene. Stiamo diventando tutti emotivamente più intelligenti, ricercando maggiore felicità e benessere nella nostra vita e la Psicologia della Moda può contribuire a queste aspirazioni di stile di vita.
Una opinione su "Come utilizzare il potere trasformativo degli abiti: intervista a Chiara Salomone, Psicologa della Moda"