Lo sai che, da un punto di vista neurobiologico, le attività implicate nello shopping attivano gli stessi circuiti neurali coinvolti nello svolgimento di attività necessarie per la sopravvivenza? Infatti, probabilmente attraverso l’intervento di aree neocorticali, si è sviluppato nel nostro cervello un meccanismo che attribuisce agli oggetti ricercati e acquistati nello shopping un forte valore simbolico che viene assimilato a quello degli stimoli naturali necessari alla sopravvivenza.
Le aree cerebrali implicate nello shopping sono principalmente il sistema limbico, l’ippocampo e il nucleo accumbens, aree legate, tra le altre cose, al comportamento, alla memoria e al circuito di reward (rinforzo). Queste aree sono densamente popolate da neuroni dopaminergici, ovvero che utilizzano la dopamina come neurotrasmettitore, nota per il suo ruolo nelle sensazioni di piacere e ricompensa.
Lo shopping è infatti un’attività che comporta una ricompensa immediata, che genera un rilascio di dopamina, in grado, a lungo andare, persino di creare dipendenze così come accade con le sostanze stupefacenti (shopping compulsivo).
Inoltre, lo shopping è un’attività solitamente piacevole, che si fa nel tempo libero: le decisioni di acquisto (soprattutto di capi poco costosi e/o tendenzialmente futili – e qui potremmo aprire un discorso sul fast fashion e la capacità di questo settore di sfruttare tali meccanismi!) avvengono tramite un processo implicito, veloce e poco dispendioso a livello cognitivo.
E tu come acquisti? D’impulso o rifletti sempre prima?
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