L’abbigliamento può essere considerato un codice comunicativo che individua un preciso valore simbolico e in questo modo veicola un significato (Garotti, 1995). Per Davis (1993) capire il significato della moda significa interessarsi alle immagini, ai pensieri, ai sentimenti e alle emozioni comunicati da una moda e ai mezzi simbolici che permettono di farlo.
Seguire una moda non è un “capriccio”, piuttosto permette di farci sentire in contatto con gli altri, di identificarci in un gruppo e di condividerne i valori (Caterina, Ricci Bitti, 1995). Infatti per l’ammissione ad un gruppo è molto importante l’aspetto esteriore e un aspirante nuovo membro avrà più possibilità di essere accettato se rispetterà le norme del gruppi anche in fatto di abbigliamento (Garotti, 1995).
Garotti in linea con Simmel (1985) e anche con Flügel (1930) evidenziano come gli individui siano spinti da due forze contrapposte ma ugualmente importanti nel seguire una moda: la spinta all’uniformazione e la spinta alla differenziazione. Tutti hanno bisogno di sentire di appartenere ad un gruppo, di essere approvati dagli altri e di condividere idee con altre persone. Questo comporta l’aderenza alle leggi della moda a volte fino al punto che, come sottolineato da Simmel, gli individui indossano abiti stravaganti o mancanti di pudore quando sono in gruppo, come si verifica nelle masse che compiono azioni delittuose, mentre un singolo, da solo, non lo farebbe mai.
La tendenza al conformismo è incentivata anche da Monsignor Giovanni della Casa, quando afferma nel suo Galateo: “Il contradire nel costumar con le persone non si dee fare, se non in caso di necessità“. E poi esiste anche la forza opposta, cioè il tentativo di separazione rispetto agli altri, in quanto ognuno attraverso gli abiti che indossa vuole sentirsi unico e originale.
… Ma questa è un’altra storia!
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Riferimenti bibliografici
Davis, F. (1993). Moda. Cultura, identità, linguaggio. Bologna: Baskerville SRL.
Della Casa, G. (2010). Il Galateo. Lavis (TN): Gherardo Casini Editore.
Flügel, J. C. (1930). The Psychology of Clothes. London: Hogarth Press. Trad Italiana Psicologia dell’abbigliamento. Milano: Franco Angeli Editore, 11° ed., 2003.
Ricci Bitti, P. E., Caterina, R. (Ed.) con contributi di Gabriella Bartoli et al. (1995). Moda, relazioni sociali e comunicazione. Bologna: Zanichelli.
Simmel, G. (1985). La moda e altri saggi di cultura filosofica. Traduzione italiana di Marcello Monaldi. Milano: Longanesi.