La moda è elitaria o è per tutti?

Anche quest’anno sono stata a Milano per partecipare ad alcuni eventi della Fashion Week di settembre. Questa edizione è stata definita come la più democratica ed inclusiva che sia mai stata organizzata. Infatti, numerosi sono stati gli eventi e le iniziative aperti al pubblico.

Alcuni esempi?

  • L’evento di Moncler.

Moncler, per festeggiare il suo anniversario di 70 anni, ha organizzato uno spettacolare evento aperto al pubblico in Piazza Duomo. Una performance fatta di danza, canto e musica, in cui ogni artista (1952 per la precisione, come l’anno di fondazione del brand) indossava rigorosamente un piumino bianco Moncler (tranne la prima ballerina della Scala). L’evento ha avuto 18mila spettatori.

  • La sfilata di Philosphy di Lorenzo Serafini.

Philosophy di Lorenzo Serafini ha indetto un contest su Instagram per vincere la possibilità di assistere alla loro sfilata. Partecipare al contest era molto semplice: bisognava ricondividere nelle proprie storie un post a scelta del loro profilo includendo l’hashtag #PhilosophyGuest e taggando @philosophyofficial. I cinque fortunati vincitori sono stati casualmente estratti ed annunciati su Instagram.

  • La sfilata di Diesel.

Per la propria sfilata che si è tenuta il 21 settembre all’Allianz Cloud Arena, Diesel ha invitato tutti i dipendenti dell’azienda e 1600 studenti delle scuole di moda e Università del territorio. Ha inoltre reso disponibili gratuitamente ulteriori 2000 posti ottenibili tramite una piattaforma apposita sul sito di Diesel. Unico requisito per accaparrarsi uno di questi posti: essere veloci!

  • Fashion Hub.

Il Fashion Hub allestito presso l’ADI Museum era uno spazio di libero accesso per chiunque, con presentazioni ed esposizioni di brand emergenti nazionali ed internazionali ed uno sguardo particolare alla sostenibilità e alla moda etica e sociale.

  • Mostre e musei.

Durante la Fashion Week è stata aperta gratuitamente al pubblico presso il Palazzo dei Tessuti la mostra VogueRama, un progetto multidisciplinare con l’obiettivo di sviluppare sinergie tra designer, fotografi e artisti digitali. Inoltre, presso il Palazzo Reale, il 25 settembre si è conclusa la mostra dedicata alla fotografia rivoluzionaria e socialmente impegnata di Oliviero Toscani. Negli stessi giorni e nella stessa location è invece iniziata la mostra di Richard Avedon che racconta il suo rapporto con la moda e con tutti i personaggi più noti della scena internazionale.

Tutti questi eventi mi hanno fatto sicuramente considerare la moda come “per tutti” e non elitaria. D’altronde, pensiamo a tutti quei brand che rendono la moda accessibile per tutti. Anche spendendo poco, chiunque può vestirsi bene e seguendo i trend, se lo desidera. La moda è trasversale alle classi sociali: sebbene ogni classe sociale abbia la propria “moda”, nessuna comunque ne è priva. Numerose poi sono le storie di giovani ragazzi e ragazze con il desiderio di diventare stilisti che riescono ad ottenere i propri obiettivi.

Al termine della Fashion Week di Milano ho pubblicato un video su TikTok e su Instagram con un riassunto degli eventi a cui avevo partecipato. È arrivato un commento su TikTok che mi ha fatto riflettere. La ragazza scriveva che la fashion week non era come l’avevo mostrata io (che ho partecipato ad alcune sfilate private, su invito, e poi a diversi eventi pubblici): la vera fashion week era quella di “Chiara Ferragni”. Quella degli inviti esclusivi e delle sfilate dei grandi brand. Non aveva tutti i torti: in effetti, la fashion week è anche quella.

E allora dove sta la verità? La moda è davvero inclusiva o alla fine è tutta un’illusione, per cui resta elitaria?

Quando parlo di moda elitaria mi riferisco ai brand del lusso che poche persone possono permettersi di acquistare; ai VIP che partecipano ad eventi unici che le “persone comuni” possono solo sognare; al desiderio irrealizzabile di stare continuamente dietro ai nuovi trend.

Moda elitaria o per tutti: in definitiva, sono due inseparabili lati della stessa medaglia. La moda è per tutti perché la moda è instillata nella società. La moda è la società, è ognuno di noi. Ma ci sarà sempre, per chiunque, un piccolo gradino di distanza che la farà sembrare un po’ irraggiungibile. E che la manterrà in quello stato di “desiderio” che la caratterizza.

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