Visitare la mostra “Memorabile. Ipermoda” al MAXXI di Roma è stato come entrare in un universo parallelo, dove la moda non è solo un mezzo per vestire, ma uno strumento potente per raccontare chi siamo e chi vogliamo diventare. In ogni sala, mi sono trovata davanti a una narrazione stratificata e stimolante, che esplora le molteplici dimensioni della moda contemporanea, dal 2015 a oggi.
Moda come specchio dell’identità collettiva

Ogni abito, ogni accessorio non è solo un oggetto, ma un frammento di una narrazione collettiva. Creazioni come l’abito estroflesso in tulle di Viktor & Rolf, che sembra liberare il corpo dall’abito e viceversa, o il vestito a forma di casa tridimensionale di Maria Grazia Chiuri per Dior, dimostrano un bisogno di evadere dai confini fisici e simbolici che ci definiscono.
La moda, in questo senso, non è solo ornamento: è un’architettura psicologica, un linguaggio visivo attraverso cui negoziamo il nostro posto nel mondo. Nella collezione KIM Dolce & Gabbana, ad esempio, si esprime un dialogo tra passato e presente, un mix di heritage e spettacolarità che parla anche del nuovo rapporto che i social stanno costruendo con la moda.
La dimensione emotiva della moda

Le creazioni di brand come Balenciaga e Schiaparelli sottolineano quanto la moda sia capace di essere tanto un rifugio quanto un mezzo di protesta. Le “stazioni” della mostra, dove abiti di haute couture si mescolano con capi di moda indipendente, creano un dialogo visivo e psicologico che spinge a interrogarsi su cosa definiamo “ordinario” e “straordinario”.
La moda ha sempre avuto il potere di attivare immaginari collettivi, e questa mostra ne è una dimostrazione: la ricerca di una bellezza che non è mai fine a se stessa, ma sempre proiettata verso un futuro che vogliamo migliore.
Cosa ci rende “memorabili”?
Più di tutto, “Memorabile. Ipermoda” ha il potere di ricordarci che la moda non è mai neutrale. È un fenomeno sociale, economico e culturale che intreccia abilmente estetica ed etica, sogno e realtà. Guardando da vicino creazioni di designer affermati e indipendenti, ci si può chiedere: cosa ci rende davvero “memorabili”? Forse la capacità di creare connessioni autentiche, di comunicare qualcosa che risuoni nel profondo, come alcuni di questi abiti hanno saputo fare nell’immaginario e nella memoria collettiva.
Se amate la moda e ciò che rappresenta, non potete perdervi questa esperienza. E se la vedete come me, scoprirete che dietro ogni abito c’è un mondo di storie che aspettano di essere raccontate.